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Se sei un proprietario di una case vacanze, o di un bed & breakfast, se sei un affittacamere o stai per aprire un’attività di locazione turistica ricorda che, in Sicilia, entro fine Novembre 2022 sarà obbligatorio il CIR, ovvero Codice Identificativo Regionale delle attività ricettive e delle locazioni brevi a fini turistici. Che poi dovrà essere, tra le altre cose, mostrato sul sito web ed in ogni tipologia di materiale pubblicitario.

Il provvedimento si rivolge a tutte le strutture ricettive (ex legge regionale 27/96) compresi gli agriturismo, gli alberghi diffusi, i condhotel e i marina resort, ma anche agli alloggi per uso turistico in affitto per brevi periodi (inferiori a 30 giorni), comprese le “case vacanza”.

Ma cosa è il CIR e a cosa serve?
Come lo si ottiene?
Chi rilascia il codice identificativo per affitti brevi e come richiederlo?
Cosa si rischia non facendone richiesta?

Affitti brevi, da settembre 2024 cambia tutto

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Bene, in questo articolo daremo risposte alle domande appena elencate facendo luce sul tema del Codice Identificativo Regionale per locazioni brevi in generale. Ci rivolgeremo poi ai proprietari di strutture che risiedono nella Regione Sicilia, spiegheremo loro come fare, daremo consigli e forniremo gli step su come richiederlo in questa specifica regione.

Quindi continuate a leggere l’articolo, soprattutto se siete proprietari di una struttura che fornisce locazioni turistiche brevi ed essa risiede nella Regione Sicilia.

Da settembre 2024 ci saranno delle nuove regole per gli affitti brevi in Italia, perché entra in vigore il CIN (Codice Identificativo Nazionale), ne abbiamo parlato in un articolo aggiornato ad agosto 2024.

Cos’è il CIR? Codice Identificativo Regionale

Il CIR è il Codice Identificativo Regionale della struttura ricettiva, attraverso il quale un proprietario o gestore di case vacanza, b&b o qualsiasi altro affitto breve comunica ufficialmente l’inizio dell’attività al Municipio di competenza, adempiendo a tutti gli obblighi previsti.

Parliamo di un codice alfanumerico che sarà inserito in una apposita banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi, identificate secondo un codice alfanumerico, da utilizzare in ogni comunicazione inerenti ad offerte, nella promozione dei servizi all’utenza e nel sito web, consentendone l’accesso all’Agenzia delle Entrate.
Essere inseriti nella banca dati delle locazioni brevi non esclude che possiate affittare le vostre case vacanze, b&b, appartamenti ad affitti di maggiore durata.

Questo codice sarà importante anche perché contribuisce alla corretta identificazione delle strutture. Nella identificazione sarà necessario inserire anche il proprietario dell’immobile o il legale rappresentante italiano se parliamo di una impresa o società con personalità giuridica o rappresentante fiscale della società estera svolge attività in Italia.

In linea generale, è buona norma riferirsi semplicemente al “codice identificativo”, in quanto la sigla CIR non viene utilizzata in tutte le regioni.

Perché è importante dotarsi di un Codice Identificativo Regionale per locazioni turistiche brevi

Piattaforme come Airbnb, HomeAway e Booking.com, hanno completamente rivoluzionato il modo di viaggiare delle persone e, di fatto, sdoganato la moda delle strutture extra alberghiere.

In Italia si è avvertito spesso un senso di “esagerazione” dato dal fatto che molti proprietari di seconde case o case vacanze normalmente ad uso familiare, abbiano favorito il proliferare smisurato di appartamenti turistici.

Stando ad una ricerca di mercato di Solo Affitti, dal 2008 al 2017 l’incremento degli immobili dedicati all’affitto a breve termine è stato del 58%, e attualmente queste strutture rappresentano il 52% dell’offerta ricettiva turistica totale in Italia.

Tra le regioni più agguerrite troviamo la Campania (+790), e la Basilicata (645%). Per non parlare degli immobili disponibili sulle piattaforme online.

Quello delle case vacanze è un mondo che porta con sé diversi vantaggi: ha permesso il ritorno alla vita di località poco gettonate e per questo con scarsa presenza di strutture e alberghiere; ha contribuito al consolidamento di comunità locali e destinazioni turistiche, grazie all’indotto economico generato; ha svolto un ruolo chiave nell’evoluzione e diversificazione del turismo.

Tuttavia, ogni grande boom porta con sé anche fattori negativi: uno di questi è senza dubbio l’aumento dell’abusivismo in merito alle case riconvertite in affitti turistici, con conseguenti reati di natura fiscale. Sfortunatamente la legge non può ancora fronteggiare univocamente il problema, perché la normativa italiana presenta importanti lacune e specificità regionali in materia di affitti brevi ad uso turistico.

Stando ai dati, degli 83 milioni di euro stimati, al fisco ne sono giunti solo 19. Appare chiaro, pertanto, che attraverso l’introduzione del CIR il legislatore punti a recuperare le tasse della cedolare secca e fronteggiare abusivismo ed evasione a lungo termine.

Codice Identificativo Regionale case vacanza: cosa dice la legge in Italia?

Il tema del Codice Identificativo Regionale è riportato nella legge n.58 del 28 giugno 2019, il cosiddetto “Decreto Crescita 2019” che funge da conversione in legge del decreto 30 aprile 2019, n. 34.

Così, al comma 4 dell’articolo 13 quater (Disposizioni in materia di locazioni brevi e attività ricettive) recita il testo della legge:

Al fine di migliorare la qualità dell’offerta turistica, assicurare la tutela del turista e contrastare forme irregolari di ospitalità, anche ai fini fiscali, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo è istituita una apposita banca dati delle strutture ricettive nonché degli immobili destinati alle locazioni brevi ai sensi dell’articolo 4 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, presenti nel territorio nazionale, identificati mediante un codice alfanumerico, di seguito denominato «codice identificativo», da utilizzare in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza”.

Questo è quindi il quadro generale dell’argomento riguardante il codice identificativo per locazioni turistiche che viene fornito nel Decreto Crescita.

Quali unità locali sono soggette alla domanda del Codice Identificativo Regionale

Esistono tante tipologie diverse di strutture ricettive che possiamo citare come esempio tra cui:

  • alberghi
  • case vacanze
  • b&b
  • appartamenti dati in affitto
  • affittacamere
  • conventi

Come richiedere il Codice Identificativo Regionale per affitti brevi?

Una delle principali domande che martellano proprietari e gestori è: come richiedere il codice CIR?

Come si può capire dal testo della legge, il codice identificativo per affitti brevi è un argomento di competenza del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.

Al comma 5c, si legge che con decreto del suddetto Ministero sono stabilite “le modalità con cui le informazioni contenute nella banca dati sono messe a disposizione degli utenti e delle autorità preposte ai controlli e quelle per la conseguente pubblicazione nel sito internet istituzionale del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo”.

Non c’è ancora assoluta chiarezza al riguardo a come ottenere il codice identificativo per affitti brevi. In linea generale, in quanto la regolamentazione di vari aspetti del settore turistico è competenza delle regioni, è buona norma rivolgersi direttamente agli enti preposti della propria regione per ricevere ulteriori informazioni sulle modalità di rilascio del codice identificativo.

Entrando inoltre in una tematica dall’importante aspetto fiscale, deve essere garantito l’accesso all’Agenzia delle Entrate ai dati relativi al Codice Identificativo Regionale.

Dove esporre il Codice Identificativo Regionale per locazioni turistiche

Offerta Fabran per sito Bed and Breakfast e piccole strutture ricettive

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Per quanto riguarda le modalità di esposizione del codice identificativo, il comma 7 dell’articolo cita testualmente:

I soggetti titolari delle strutture ricettive, i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e i soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile o porzioni di esso con persone che dispongono di unità immobiliari o porzioni di esse da locare, sono tenuti a pubblicare il codice identificativo nelle comunicazioni inerenti all’offerta e alla promozione”.

Sostanzialmente, quando viene commercializzato, ma anche pubblicizzato o promosso un immobile turistico scatta l’obbligo di indicare il codice. In caso contrario si rischiano sanzioni amministrative piuttosto salate.

Multa per chi non è in regola: quali sanzioni

Il Decreto interviene anche nella creazione del sistema sanzionatorio introducendo pene per i titolari delle strutture che non si iscrivono nella banca dati o che forniscano dichiarazioni mendaci.

La multa per l’inosservanza delle disposizioni viene punita con una ammenda da 500 euro a 5.000 euro. In caso di reiterazione della violazione, la sanzione è maggiorata del doppio per cui da un minimo di mille euro a 10 mila euro.

La stessa sanzione viene prevista anche nel caso in cui lo stesso codice, una volta ottenuto non sia presente negli annunci immobiliari.

Adozione del CIR da parte delle varie regioni italiane

Questo sistema è già utilizzato in altri Paesi europei come l’Inghilterra e la Francia, mentre in Italia la regione che ha fatto da apripista è la Lombardia, dove il CIR è entrato in vigore addirittura in data 1 novembre 2018.

Alla fine del mese di novembre dello stesso anno anche la Puglia ha approvato il disegno di legge che istituisce, in questo caso, il Codice identificativo di struttura (CIS), per il quale valgono i medesimi adempimenti del CIR. E anche in questo caso, per i proprietari poco virtuosi sono previste sanzioni da un minimo di 500 a un massimo di 3mila euro.

La regione Veneto ha approvato a settembre 2019 il regolamento che prevede anche l’introduzione del codice identificativo per Airbnb, affitti brevi e strutture in locazione turistica. Mentre in Piemonte è stato reso accessibile un portale online denominato servizio locazioni turistiche, attraverso il quale è possibile ottenere il CIR.

Per quanto riguarda la Campania, ad agosto 2019 è stato istituito il CUSR (codice identificativo delle strutture ricettive), riportato al comma 8 della legge di bilancio 16/2019.

CIR – Codice Identificativo Regionale Regione Siciliana

Anche in Sicilia arriva il CIR, Codice Identificativo Regionale, delle attività ricettive e delle locazioni brevi a fini turistici. Con questa misura la Regione Siciliana intende garantire un’offerta turistica trasparente sul territorio e contrastare forme irregolari di ospitalità.

Il Codice Identificativo Rregionale (CIR) verrà attribuito dal sistema di gestione dei flussi turistici “Turist@t”, istituito con decreto assessoriale del 2014. Le strutture ricettive già esistenti dovranno fare richiesta del codice attraverso l’apposita sezione della piattaforma, quelle di nuova istituzione dovranno inviare a “Turist@t” la copia della Scia inviata al Comune e richiedere l’inserimento in anagrafica e il rilascio del codice. Per le “case vacanza” il procedimento è simile: sia quelle già esistenti sia le nuove dovranno registrarsi in “Turist@t”, chiedere l’inserimento in anagrafica e il rilascio del CIR.

Per i titolari scatta anche l’obbligo di comunicare giornalmente, entro 24 ore dall’arrivo o della partenza, tramite il sistema di gestione dei flussi turistici “Turist@t”, i dati relativi agli arrivi e alle presenze, a fini statistici.

Il decreto dispone anche in materia di promozione. I titolari delle strutture ricettive o degli alloggi in affitto, nonché chi esercita attività di intermediazione immobiliare o gestisce portali telematici o siti web, sono tenuti a pubblicare il codice CIR di ogni struttura negli annunci, nelle pubblicità e nelle prenotazioni. Il CIR dovrà essere ben visibile accanto alla denominazione. L’obbligo riguarda qualsiasi mezzo promozionale, anche le piattaforme ospitate da server che si trovano all’esterno dell’Unione europea.

I titolari delle strutture ricettive dovranno adempiere a quanto disposto dal decreto assessoriali entro 30 giorni dal rilascio del CIR da parte della Regione. Anche per inserire denominazione e CIR negli annunci e nelle promozioni su piattaforme on line e sui social media c’è un mese di tempo, a far data dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale della Regione. Chi non adempie rischia una sanzione da 500 a 5 mila euro.

ATTENZIONE!
Il termine 31/10/2022 per la richiesta del CIR è posticipato al 31/12/2022, come da NOTA PROT. N. 34841 DEL 17/10/2022 D.A. del 27 luglio 2022
In data 26 settembre, è stata pubblicata una circolare che prevede l’aggiornamento delle indicazioni per poter richiedere il CIR.
Puoi consultare la circolare cliccando al seguente link: CIRCOLARE n. 31913 del 26 settembre 2022.

Istruzioni ottenimento CIR – Regione Siciliana – Codice Identificativo Regionale

Con la pubblicazione del Decreto Assessoriale n. 1783 del 27/07/2022 vengono stabiliti i criteri di attribuzione del CIR, Codice Identificativo Regionale delle attività ricettive e delle locazioni brevi

L’attribuzione del Codice identificativo Regionale (CIR), passerà dal sistema di gestione dei flussi turistici Turist@t (https://osservatorioturistico.regione.sicilia.it), dove, dal 01 settembre 2022, sarà possibile richiedere il CIR per le strutture classificate e richiedere l’iscrizione al sito e il CIR per le strutture non classificate (affitti brevi).

Procedura guidata su come ottenere il CIR per le strutture richiedenti nella Regione Sicilia

Ok, abbiamo spiegato tutto sul CIR e adesso le idee sono più chiare. Ma quale è la procedura burocratica che mi permette di richiedere ed ottenere in tempi sostenibili, evitando errori, il CIR? Non preoccupatevi, a seguire indichiamo un link che vi consentirà di avere le istruzioni ed i passaggi per l’ottenimento del CIR – Regione Siciliana. 

Istruzioni ottenimento CIR – Regione Siciliana – Codice Identificativo Regionale

Nell’articolo vengono fornite spiegazioni, modulistica, link utili. Inoltre viene spiegato, passo dopo passo, come richiedere il CIR da parte di diverse tipologie di strutture ricettive:

  • Per le strutture già censite al portale dell’Osservatorio Turistico Regione Siciliana
  • Per le Locazioni Turistiche (Affitti Brevi) non ancora censite al portale dell’Osservatorio Turistico Regione Siciliana
  • Per le Strutture Classificate non ancora censite al portale dell’Osservatorio Turistico Regione Siciliana

Ottimo articolo che vi consentirà di risparmiare molto tempo nel percorso di richiesta del CIR per la Regione Sicilia.

Conclusioni

Abbiamo visto cosa è il CIR, ovvero il Codice Identificativo Regionale per affitti brevi in strutture ricettive. Esso punta a contrastare l’abusivismo nel campo della ricettività e ad offrire un ulteriore strumento operativo per la tutela del consumatore.

Abbiamo visto diversi aspetti che lo caratterizzano, ma ai fini del suo conseguimento, il nostro consiglio finale è quello di rivolgerti agli enti competenti del tuo comune o della tua regione per ricevere le informazioni più recenti e dettagliate in merito all’uso del CIR, Codice Identificativo Regionale per gli affitti brevi. Anche l’aiuto di un legale di fiducia potrebbe aiutarti a districarti fra i vari cavilli burocratici di questo tema. Inoltre non dimenticate che occorre munirsi di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) che dovrà essere utilizzato per le comunicazioni fra pubblica amministrazione e struttura.

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